Sempre più italiani lasciano il Bel Paese per cercare opportunità di carriera in Germania. Lo rivelano i dati diffusi dall’ufficio di statistica Destatis: il flusso migratorio degli italiani verso la Germania è aumentato del 40 % rispetto al 2011.
La situazione italiana in continuo peggioramento, schiacciata da crisi e recessione, con scarsissime possibilità di crescita a livello economico, lavorativo o anche solo personale, induce sempre più persone a cercare un futuro migliore in terra tedesca. Ad andarsene sono prevalentemente i giovani (che in Italia, una volta ultimati gli studi, non riescono a trovare sbocchi lavorativi nelle loro aree di competenza), ma non solo: anche persone di età più avanzate scelgono di intraprendere una nuova carriera in Germania.
Sicuramente la Repubblica Federale offre molti vantaggi, e la politica di austerity promossa dalla Cancelliera Angela Merkel non sembra scoraggiare gli immigrati: rispetto all’Italia, si può trovare lavoro con relativa facilità, magari nel proprio campo di specializzazione; le paghe sono abbastanza alte e c’è la possibilità di richiedere diversi tipi di sussidi statali. Inoltre il mercato immobiliare (soprattutto nelle zone della ex Germania est), come già descritto in un nostro precedente articolo, è in rapida espansione e consigliabile per investimenti a lungo termine.
La situazione varia notevolmente da regione a regione (i cosiddetti Länder): mentre Berlino, che pure sta diventando una città sempre più turistica e popolare, rimane fondamentalmente una città considerata “povera” (indebitata con il resto della Germania e con un alto tasso di disoccupazione), vi sono altri Länder tedeschi in cui la qualità della vita è molto alta: sempre secondo i dati Destatis, le regioni che hanno ricevuto il maggior numero di immigrati sono le tre più ricche: Assia, Baden-Württemberg e Baviera.
Naturalmente c’è anche l’altro lato della medaglia. Come spiega il giornalista Andrea D’Addio in un articolo su Panorama.it, “Il problema è che anche in Germania non tutto è rosa e fiori. La disoccupazione tedesca è al minimo dagli anni ‘90, solo 5,4%, ma non basta. All’interno degli occupati infatti risultano conteggiati anche il milione di persone impegnato in corsi di formazione o i 7 milioni che hanno giusto un “mini-job” da 400 euro al mese La meritocrazia funziona più che in Italia, ma non è la regola. E a parità di qualifiche, chi parla tedesco madrelingua ha più chances di essere assunto.”
In conclusione, chi volesse trasferirsi nella Repubblica Federale farebbe sicuramente bene a considerare tutti i fattori sopraelencati, a informarsi accuratamente e a preparare un piano d’azione, a partire dallo studio della lingua tedesca e dalla scelta del Land in cui andare a vivere, a seconda dei propri progetti e delle proprie esigenze.
La Germania rimane comunque una terra di opportunità, dove costruirsi un futuro appagante è sicuramente meno complicato e impegnativo che in Italia.
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